Col Mercoledì delle Ceneri inizia il tempo forte della Quaresima, “tempo di grazia”. Gli atteggiamenti caratteristici sono quelli della penitenza e della conversione attraverso il digiuno e l’austerità della vita. La pratica spirituale del digiuno consiste in una privazione o in una radicale moderazione non solo del cibo, ma anche di tutto ciò che può essere in qualche modo di ostacolo ad una vita spirituale intensa.
Siamo invitati al perdono e all’amore, alla preghiera ed alla carità. Cioè, siamo invitati a una vita spirituale pronta al rapporto con Dio nella meditazione e nella preghiera, ricca e feconda di virtù cristiane e disponibile al servizio umile e disinteressato del prossimo. Dunque, maggior ascolto della Parola di Dio, rivisitazione del sacramento del Battesimo, riscoperta e celebrazione del sacramento della Riconciliazione, partecipazione più assidua alla celebrazione dell’Eucaristia, specialmente a quella della propria Comunità parrocchiale nel “Giorno del Signore”, la Domenica, intensificazione della preghiera personale e comunitaria ed, infine, una vita vissuta all’insegna della carità verso il prossimo: farmi cioè “vicino” al fratello o alla sorella che mi chiede qualcosa o che soffre, perché lì io avvicino Cristo.
Questo periodo dell’anno, occasione propizia per il ritorno al Signore, con tutto il cuore, dovrebbe essere l’identikit del nostro itinerario cristiano. Si parte con l’anima piena di rimorsi, di peccati e di stanchezza e si giunge nell’estuario della luce e della speranza. Perché tutti sappiamo che il dolore, la morte, la malattia non sono stagioni permanenti della vita, ma sono passaggi che ci introducono nella gioia che non ha tramonti.
La mia esortazione quindi, è che affrontiate sin dall’inizio, con animo deciso al cambiamento, questo tempo di salvezza. Perché non progettate un po’ di digiuno, un po’ di preghiera in più, semplice e autentica che vi metta in rapporto vero con Dio? Gli altri atteggiamenti penitenziali propri della quaresima potrebbero esprimersi rinnovando i rapporti con le persone, riscoprendone il volto, facendo la pace.
Tutto il resto è chiacchiera. Un capitale grossissimo da investire sul versante della nostra crescita comunitaria è quello che ci viene offerto dai nostri sofferenti.
Per tutti voi, carissimi fedeli, il Signore faccia il pieno già in anticipo della gioia che si sprigionerà dagli otri della Pasqua.
Norme che regolano il digiuno e l’astinenza:
- Sono giorni di sola astinenza: tutti i venerdì.
- Sono giorni di digiuno ed astinenza: il Mercoledì delle Ceneri e il Venerdì santo (possibilmente fino alla Veglia pasquale).
- All’astinenza dalle carni sono tenuti coloro che hanno compiuto i 14 anni; al digiuno sono tenuti coloro che hanno compiuto i 18 anni fino ai 60 incominciati.
- Chi si trovasse in condizione di seria difficoltà per l’adempimento delle suddette indicazioni, è tenuto ad altre opere sostitutive: lettura della Sacra Scrittura, esercizi di pietà, preferibilmente a carattere familiare e comunitario; carità verso i bisognosi, offerta della propria sofferenza e del lavoro; rinuncia a divertimenti; atti di mortificazione.
Per la revisione di vita
- Inizia la quaresima. Cosa significa per me questo tempo?
- La parola tentazione cosa ci suggerisce oggi? Siamo capaci di accoglierla anche come purificazione ?
- Riusciamo ad accettare la croce quotidiana, la realtà della sofferenza, il nostro limite, come mezzo per aderire sempre di più a Cristo?
- Sono capace di riconoscere e sentire la tenerezza e la protezione di Dio nelle prove della vita?
- “Convertitevi e credete al vangelo” : Questo è l’invito che Gesù ci fa all’inizio della Quaresima. Appare l’incredibile amore di Dio per l’uomo: un dono così grande sollecita una risposta. Sentiamo profondamente che dobbiamo convertirci, cioè cambiare mentalità, passare dall’egoismo all’amore?
Digiunare
Fa’ digiunare il nostro cuore:
che sappia rinunciare a tutto quello che l’allontana
dal tuo amore, Signore, e che si unisca a te
più esclusivamente e più sinceramente.
Fa’ digiunare il nostro orgoglio,
tutte le nostre pretese, le nostre rivendicazioni,
rendendoci più umili e infondendo in noi come
unica ambizione, quella di servirti.
Fa’ digiunare le nostre passioni, la nostra fame di piacere,
la nostra sete di ricchezza,
il possesso avido e l’azione violenta;
che nostro solo desiderio sia di piacerti in tutto.
Fa’ digiunare il nostro io,
troppo centrato su se stesso, egoista indurito,
che vuol trarre solo il suo vantaggio:
che sappia dimenticarsi, nascondersi, donarsi.
Fa’ digiunare la nostra lingua,
spesso troppo agitata, troppo rapida nelle sue
repliche, severa nei giudizi, offensiva o sprezzante:
fa’ che esprima solo stima e bontà.
Che il digiuno dell’anima,
con tutti i nostri sforzi per migliorarci, possa
salire verso di te come offerta gradita,
meritarci una gioia più pura, più profonda.
(Jean Galot, Ritorno alla sorgente)